Libri e social media: dai book blogger ai book influencer
È possibile parlare di libri sui social? Gli ultimi dieci anni ci hanno dimostrato che sì, non solo è possibile, ma i cosiddetti “book influencer” stanno diventando sempre di più una risorsa preziosa per autori e case editrici quando si tratta di promozione. Anche i libri diventano una tendenza, quindi, ma che ricadute ha questo sul numero di lettori e lettrici?
I lit-blog
Tutto è iniziato intorno al 2010, nel momento d’oro dei blog: i lit-blog (ovvero literary blog) erano blog che parlavano di letteratura e libri, e raccoglievano delle vere e proprie community, tanto che i più scettici ci vedevano già una minaccia per il giornalismo e la critica letteraria.
Da sempre, però, quelli che al tempo erano “solo” book blogger, ovvero le persone che gestivano e creavano contenuti per questi blog (soprattutto attraverso recensioni di libri), hanno scelto un approccio diverso dai media tradizionali: più affabile, spesso ironico. Una comunicazione leggera e semplice che si rivolgeva a tutti.
Francesca Crescentini, ad esempio, ha aperto il proprio blog, Tegamini, nel 2010 e ormai tutti la conoscono con questo nome. Se molti si sono spostati interamente su altri media, il blog Tegamini è ancora attivo e prospero, aggiornato con recensioni di libri e contenuti sugli altri interessi della traduttrice, così come il suo account Instagram, con un seguito di più di 200 mila followers.
Da book blogger a book influencer
Con l’avvento dei social network come Facebook e Instagram e, parallelamente, di Youtube, chi parla di libri in rete inizia a spostarsi e a utilizzare uno o più di questi canali, che offrono modalità comunicative e di condivisione nuove e diverse.
Il booktuber Matteo Fumagalli, ad esempio, conosciuto soprattutto grazie a Youtube, ha iniziato a parlare di libri sul web aprendo la pagina Facebook “Libri che ti fanno vergognare di esistere”. Nei suoi video e nei contenuti che posta sulla sua pagina Instagram (@matteo_fumagalli92) ha mantenuto il tono dissacrante con cui si è fatto conoscere: la sua community (135 mila iscritti su Youtube e più di 45 mila followers su Instagram) ben conosce le sue rubriche #LibroTRASH e #LettureFRIVOLE.
Fra le prime ad aver portato i libri sul web, più o meno negli stessi anni di Matteo Fumagalli e Tegamini, è Ilenia Zodiaco. Oltre a un canale Youtube con più di 90 mila iscritti, è attiva anche su Twitter e Instagram (@conamoreesquallore). Come molti altri suoi colleghi, alterna alle recensioni e ai consigli di lettura contenuti sui suoi interessi personali e sulla sua vita quotidiana.
Instagram, dopo i blog, è diventato quindi il luogo virtuale più popolato dai book influencer, e questo già prima che venissero inventati reel, stories, dirette, utilizzati anche per interagire con la propria community. I “bookstagrammer” sono però presenti su Instagram da quando il formato delle foto condivise dagli utenti era 1:1.
Stefania Soma, su Instagram @petuniaollister – quasi 58 mila followers, è stata una delle prime a postare foto di libri, creando nel tempo un vero e proprio canone estetico, al quale molti ancora si rifanno. Fiori, tazze, croissant e, ovviamente, un libro: è questo il concetto del suo hashtag #bookbreakfast.
Negli ultimi anni il numero dei book influencer è cresciuto, e già nel 2019 erano in più di tremila ad aver chiesto l’accredito per il Salone del libro di Torino, un paradiso per gli appassionati di libri e una grande occasione per chi, con i libri, ci lavora.
All’aumento di account social che parlano di libri, si è accompagnata una sempre maggiore specializzazione. Non sempre e non per forza i numeri dei book influencer sono esorbitanti, e anzi, anche i più seguiti sono comunque una nicchia rispetto a influencer e personaggi famosi. Il target in questi casi è coeso e attivo: si tratta di persone veramente interessate, spesso giovani.
Ci sono ormai book influencer per tutti i gusti: per chi ama i classici, i fantasy, gli young adult… Fra questi spicca Carolina Capria, su Facebook e Instagram “L’ha scritto una femmina”, che ha iniziato la sua attività sui social a partire dal dato di fatto che, con le sue parole: «In tanti (troppi) è radicata l’idea che gli scrittori scrivano per tutti, le scrittrici solo per le donne». L’autrice televisiva e di libri per ragazzi attraverso i social si propone quindi di recuperare libri scritti da donne che il canone letterario tende ad escludere o a ghettizzare come “libri di genere”.
Booktube
Se in Italia è più raro trovare canali Youtube interamente dedicati ai libri (benché, pur escludendo i più seguiti – Matteo Fumagalli e Ilenia Zodiaco – non manchino), quello dei booktuber nei paesi anglofoni è un vero e proprio fenomeno, che nel tempo ha spinto booktuber di altri paesi a scegliere di girare i propri video in inglese.
Youtube ha addirittura una sezione che raccoglie i contenuti riguardanti i libri e la lettura, Booktube. La maggior parte dei canali tratta libri young adult, ma anche qui non manca la varietà.
Booktoker
Se l’attività dei book influencer si è svolta soprattutto su Instagram, con incursioni su altre piattaforme, come Youtube, oggi i libri sembrano fare tendenza anche sul social più giovane (sia per creazione che per utenti), Tik Tok.
Le modalità comunicative sono diverse non solo dai media tradizionali come la carta stampata, ma anche da quelle di altri social, come Instagram. Lo spazio per parlare o per scrivere è ancora più ridotto, e il linguaggio per forza si deve fare essenziale, diretto e semplice.
In molti si chiedono se adeguarsi allo standard della piattaforma non rischi di banalizzare il contenuto: i più tradizionalisti continuano a pensare che di libri si possa parlare solo in un certo modo, meglio se nero su bianco e con la polvere di un’enorme biblioteca intorno.
Parlare di libri sui social
Book blogger, bookstagrammer, booktuber e booktoker, la grande “famiglia” dei book influencer, attraverso un approccio spontaneo e un linguaggio informale, animano community affezionate. Sono persone che spesso nella vita fanno anche altro (non sempre in ambito editoriale o letterario), ma che si sono guadagnate nel tempo l’attenzione delle case editrici, degli store (spesso hanno dei link affiliati) e dei social media.
Certo, come in ogni ambito, anche fra gli influencer di libri c’è chi lo fa in modo poco serio, solo per ricevere libri in omaggio, o facendosi pagare per fare le recensioni. I book influencer dovrebbero essere prima di tutto lettori appassionati che condividono la loro opinione in modo sincero, consigliando titoli e, soprattutto, promuovendo la lettura.
Senza performatività – di solito cercano di avvicinare alla lettura con molta indulgenza e senza un senso di superiorità verso i lettori meno forti – dimostrano che si può ancora parlare di libri, anche ai più giovani. Il loro seguito è infatti composto nella maggior parte dei casi da giovani e giovanissimi, per i quali i loro contenuti possono rappresentare un’occasione per appassionarsi alla lettura.
E questo ha delle ricadute effettive sulla vendita dei libri: nel biennio 2017-2019 il peso dei media tradizionali nella scelta di acquistare un libro è sceso dal 13 al 9%, mentre quello dei social media è salito dal 14 al 16%.
Lo confermano alcuni casi – seppur eccezionali – di vendite, come Il fabbricante di lacrime di Erin Doom, pubblicato con lo pseudonimo DreamsEater su Wattpad e poi autopubblicato su Amazon. Il passaparola social lo ha fatto diventare un successo, tanto che Magazzini Salani l’ha acquisito. L’autrice, che è una giovane laureata in giurisprudenza di nome Matilde, come ha rivelato da poco uscendo dall’anonimato, ha pubblicato sempre per Magazzini Salani le sue due opere successive, Stigma e Nel modo in cui cade la neve.
La lettura e i libri vengono portati sui social anche da personaggi famosi e da influencer che di solito si occupano di tutt’altro: la fonte sarà un po’ meno autorevole di un giornalista vero e proprio, ma forse quel che più conta è l’idea che la lettura non sia più qualcosa da “topi di biblioteca”, e che tutti possono diventare (o tornare a essere) lettori.
E il fenomeno dei book influencer è così significativo che, se vi state chiedendo come diventarlo o se volete saperne di più, Giulia Ciarapica ci ha scritto un libro: Bookblogger. Scrivere di libri in rete: come, dove, perché (Cesati, 2018).
E voi, quali book influencer seguite? Quali libri vi hanno fatto scoprire?