Note, postille, postfazioni

Sono molti gli scrittori che scelgono di scrivere parole di approfondimento sul testo appena concluso. Un ultimo commiato, un modo per uscire dall’opera, salutare il lettore e chiedergli di indugiare ancora un po’ tra le pagine, prima di riporre il libro definitivamente sullo scaffale. Se alcuni autori si congedano elencando una serie di nomi verso i quali si sentono grati, altri prediligono differenti strategie di uscita.

L’autore può scrivere nelle postille com’è nato il romanzo, a cosa si è ispirato per i suoi personaggi, fornire indizi per una migliore comprensione del testo o offrire chiarimenti e citazioni dalle fonti utilizzate. Note, postille e postfazioni sono dunque testi di approfondimento dalle dimensioni e dalle intenzioni variabili.

Le funzioni affidate a questi spazi testuali sono le stesse delle soglie introduttive. La principale differenza sta nel loro posizionamento, e in realtà la scelta di porli alla fine del libro è molto precisa: non interferire a priori con la lettura, lasciando al lettore ampia libertà di interpretazione personale, permettendogli così di divagare senza rischio di spoiler.

Postfazioni

Anche se è raro trovare postfazioni scritte dall’autore contestualmente alla prima pubblicazione – in genere gli autori sentono il bisogno di scriverla solamente dopo aver preso le giuste distanza dalla prima edizione – esse contengono spesso la spiegazione della genesi del romanzo. Questo è il caso, per esempio, di “Lolita” di Vladimir Nabokov, nella cui postfazione l’autore ne approfitta per una garbata presa in giro degli editori, che inizialmente lo rifiutarono, e dei suoi censori, che lo accusarono di pedofilia.

Viceversa, Antonio Tabucchi scrisse invece subito alcune brevi pagine di postfazione a “Sostiene Pereira”, il suo romanzo di maggior successo. Qui Tabucchi racconta la genesi dell’opera grazie a un affascinante escamotage: immagina un “personaggio in cerca d’autore”, il dottor Pereira, che di notte lo va a trovare, raccontandogli la sua vicenda. Le postfazioni possono inoltre servire all’autore per motivare le scelte stilistiche alla base del libro, o per chiarire la genesi dell’opera e della pubblicazione.

Note

A differenza delle postfazioni che, come abbiamo visto, possono essere delle vere e proprie narrazioni aggiuntive, le note hanno un’intenzione diversa e una lunghezza più ridotta, poiché si occupano principalmente di precisare e approfondire le fonti consultate per la stesura del testo. Una sorta di “titoli di coda”, inseriti per far chiarezza sul testo appena letto.

Chi, per esempio, non ha mai potuto fare a meno delle note è Camilleri, che in ogni suo libro si congeda con qualche particolare evento storico. La produzione di Camilleri ha infatti spesso attinto a fatti storici minori, ricostruiti grazie a documenti originali. Vicende che lo scrittore ha reinventato, dando libero sfogo alla sua fantasia. Nelle note, firmate solo con le iniziali A.C, l’autore racconta dunque la storia vera a cui si è ispirato, creando altre piccole e gustose narrazioni.

Altre volte le note finali possono essere molto più brevi, come nel caso di “Una vita violenta” di Pier Paolo Pasolini, che sentì il bisogno di accompagnare il libro con un’ultima brevissima “Avvertenza”, in cui specificava che «i riferimenti a singole persone, fatti e luoghi reali qui descritti sono frutto di invenzione […] Tuttavia vorrei che fosse ben chiaro al lettore che quanto ha letto in questo romanzo è, nella sostanza, accaduto realmente e continua ad accadere».

Come gli autori si congedano dai lettori

Abbiamo dunque visto approfondimenti, riflessioni e commiati di vario genere: ogni autore si congeda dall’opera alla propria personalissima maniera. Con le parole finali lo scrittore ha la possibilità di concedersi un arrivederci letterario, per il lettore e per la sua stessa opera. A chi legge, invece, non resta che varcare un’ultima soglia.

Fonti

V. Notarbernardino, Fuori di testo. Titoli, copertine, fascette e altre diavolerie, 2020, Ponte alle Grazie
G. Petrella, Scrivere sui libri, 2022, Salerno Editrice

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