Le parti del libro: la copertina

La sua creazione sancisce l’ingresso del libro nel mondo, rendendolo a tutti gli effetti un oggetto da stampare, diffondere e vendere. Di cosa stiamo parlando? Della copertina, ovviamente!

La copertina è il primo elemento che il lettore incontra. Contiene informazioni riguardo al titolo e all’eventuale sottotitolo del libro, il nome dell’autore o lo pseudonimo, quello dell’editore e il marchio della casa editrice (informazioni che storicamente venivano relegate al frontespizio). La copertina contiene inoltre un’immagine dal forte impatto visivo che serve a richiamare l’attenzione del lettore e a contestualizzare graficamente il contenuto del libro.

Com'è fatta una copertina?

La copertina è composta da quattro pagine, anche se nell’uso comune utilizziamo il termine solo per riferirci alla prima, che in gergo tecnico viene chiamata “prima di copertina” o in un’edizione cartonata “piatto superiore”, e corrisponde alla facciata del libro. 

Nel libro moderno la copertina è costituita dai cartoni rigidi e dal dorso per le rilegature rigide, mentre nel caso della brossura è composta da un cartoncino meno spesso che avvolge e tiene incollato il blocco dei fogli.

A cosa serve la copertina?

Nei primi libri la funzione della copertina consisteva solamente nel proteggere il manoscritto e renderlo facilmente riconoscibile. Col tempo ha perso la funzione meramente protettiva e ha acquisito sempre di più un valore estetico, espresso sia tramite le immagini rappresentate sia attraverso i materiali utilizzati, tant’è che studiando e analizzando copertine di periodi diversi ripercorriamo una parte della storia dell’arte grafica. 

Vediamo così come oggi la copertina ha acquisito una fondamentale finalità promozionale, diventando di fatto il primo biglietto da visita per il lettore, volta a catturare la sua attenzione e a influenzare infine il suo acquisto. 

La copertina è infatti oggi il primo strumento di comunicazione del libro: invita il lettore a sceglierlo in mezzo a tutti gli altri esposti in libreria.

Tipologie di copertina

Esistono tre modelli di impostazione o veste grafica della copertina:

  • con immagine a pagina intera: il richiamo visivo è sotto forma di illustrazione o di una fotografia, e il nome dell’autore e il titolo sono sovrapposti all’immagine. Questo stile si usa spesso per la narrativa di grande tiratura, per le biografie, i saggi e i libri d’arte
  • con immagine riquadrata: la parte esterna può contenere elementi grafici come un fondo a colore, una cornice, un particolare font etc.
  • con immagine grafica: l’immagine stessa identifica l’opera e il pubblico di riferimento

La copertina deve avere continuità e coerenza con l’interno del libro. Per questo a seconda del tema trattato esistono diverse tipologie grafiche di copertina. Per esempio, la copertina di un saggio di economia avrà probabilmente una grafica pulita, più seria, rispetto a un’opera di narrativa in cui l’immagine deve essere più emozionale, o ancora in un testo culinario i colori utilizzati per la copertina dovranno essere “appetibili”, come il rosso, il giallo e il verde. 

Il compito del grafico sarà dunque quello di adottare scelte estetiche al fine di comunicare il giusto messaggio, in coerenza con il contenuto del libro, non tralasciando i fattori relativi al marketing, in modo che la pubblicazione si possa imporre sul mercato.

Il ruolo della copertina

La copertina sancisce dunque un confine tra il prima e il dopo, tra il percorso creativo di quanti hanno collaborato per dare vita al libro e il suo ingresso ufficiale nel mondo. A tal proposito risultano esemplificative le parole dell’autrice Jhumpa Lahiri nel suo saggio “Il vestito dei libri” edito da Guanda: 

Progetto senza titolo

La copertina mi fa capire che il libro è già stato letto. Perché in realtà non è semplicemente il suo primo vestito ma anche una sua prima interpretazione, sia visiva sia promozionale. Rappresenta una lettura collettiva del grafico di varie persone della casa editrice: c’entrano le loro visioni, opinioni, desideri.

So che prima di un lancio la copertina va discussa, va ragionata, va approvata da tanti. Più ci rifletto più mi convinco che una copertina sia una sorta di traduzione, ossia un’interpretazione delle mie parole in un’altra lingua, quella visiva. Rappresenta il testo ma non lo è. Non deve essere troppo letterale. Deve cogliere il libro a modo suo […] La copertina serve ormai per identificare e anche per individuare il libro, per inserirlo in uno stile o in un genere. Per abbellirlo, per renderlo efficace nella vetrina di una libreria. Per incuriosire e far fermare un passante per strada, attirandolo dentro affinché prenda il libro in mano, affinché lo compri. Appena indossa la copertina il libro acquisisce una nuova personalità. Esprime dunque qualcosa già prima di essere letto, così come un vestito comunica qualcosa di noi prima ancora che parliamo. 

La copertina conferisce al libro non solo un’identità ma due. Introduce un elemento espressivo che prescinde dal testo. C’è quello che dice il libro e quello che dice la copertina. Ecco perché si può amare la copertina e odiare il libro, e viceversa. 

Nella scelta tra milioni di libri, la copertina, quindi, gioca un ruolo molto importante, e, sebbene rappresenti l’involucro esterno che lo riveste, ne è, in realtà, già parte integrante.

FONTI

J. Lahiri, Il vestito dei libri, 2017, Ugo Guanda Editore, Milano
V.
Notarbernardino, Fuori di testo. Titoli, copertine, fascette e altre diavolerie, 2020, Ponte alle Grazie, Milano

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