Come si stampano i libri oggi?
Tra la consegna del testo definitivo allo stampatore da parte dell’editore e il momento in cui il libro compare tra gli scaffali della libreria cosa succede?
Ormai lo sappiamo, oggi tutto è governato dai computer: a partire dai software utilizzati in una qualsiasi redazione editoriale per la correzione del testo (come Microsoft Word), per le illustrazioni e le immagini (con Adobe Photoshop e Illustrator), per l’impaginazione (con Adobe InDesign), e infine per la stampa. Le nuove tecnologie permettono infatti di stampare molte più copie a prezzi più bassi, impiegando un numero minore di operai.
Una volta che sono pronti i testi che vanno a comporre il libro (comprendendo quindi anche quelli delle alette o della quarta), quando l’impaginato e la copertina sono definitivi, l’editore invia tramite l’ufficio tecnico tutti i file separati (in formato pdf o InDesign) allo stampatore, allegando inoltre il preventivo tecnico che va a stabilire i costi e le caratteristiche materiali del libro.
Prestampa
Quando tutto è stato ricevuto, incomincia la fase di prestampa, quella in cui, fino a una ventina di anni fa, fotocompositori e montaggisti realizzavano le pellicole dalle quali, dopo un ultimo controllo, si sarebbe avviato il processo di stampa. Le pellicole delle singole pagine venivano poi montate in modo da potere essere stampate su grandi fogli da tagliare successivamente per ricavarne segnature.
Oggi le pellicole non esistono più. Si usa invece la tecnologia CTP, Computer To Plate, cioè è il computer a dare il comando per incidere le lastre, che sono di metallo ma ricoperte da un polimero gommoso. Su questo strato viene inciso il cosiddetto grafismo, cioè i segni da stampare.
Da tale tecnologia derivano i due metodi utilizzati in editoria oggi:
- la stampa offset, per le tirature che prevedono grandi numeri
- la stampa digitale, utile soprattutto per le tirature basse (di solito entro le 300-500 copie)
Stampa offset
Sviluppata a partire dal 1875, dopo vari perfezionamenti è oggi il metodo più utilizzato per stampare i libri. Tale metodo comporta l’utilizzo delle lastre da inchiostrare, con costi di avviamento che variano anche a seconda dei colori impiegati per la stampa. Questo metodo permette di risparmiare per tirature molto alte.
La stampa offset è una stampa per così dire “indiretta” perché, a differenza della storica stampa chiamata diretta o litografica (per intendersi, quella del tempo di Gutenberg), il foglio non è più inchiostrato direttamente dalla matrice dei caratteri o dalla pietra/lastra incisa, bensì i grafismi impressi sulla lastra matrice vengono prima trasferiti su un supporto in caucciù e solo successivamente stampati sul foglio.
Il foglio non viene dunque stampato direttamente a contatto con la lastra, bensì tramite un ulteriore passaggio intermedio che prevede il ricorso a un apposito cilindro ricoperto da uno strato di caucciù costrostampato dalla matrice stessa per andare, successivamente, a trasferire l’immagine sul supporto cartaceo.
Stampa on demand
Questo sistema “su richiesta”, paragonabile alla tecnologia delle fotocopiatrici, non prevede alcun costo di avviamento bensì un costo “a clic” per ogni foglio stampato, identico a prescindere dalla tiratura prevista.
La stampa digitale su richiesta si presta alla produzione di un numero contenuto di copie, non essendo vincolata dalle tirature elevate, che risultano invece economicamente vantaggiose nell’ambito della tradizionale tecnologia offset.
Per questo oggi è spesso utilizzata:
- dalle piccole case editrici per le pubblicazioni di nicchia
- per quei testi che non sono rivolti a un pubblico di massa o che risultano fuori catalogo
- da autori esordienti che realizzano direttamente il proprio libro senza l’intermediazione di un editore (nei casi quindi di self publishing)
Stampa diretta
Un caso a parte è rappresentato dalle private presses a stampa diretta: un’attività svolta da artigiani che stampano e costruiscono libri tipicamente a mano, con una particolare attenzione al design, alla grafica, all’impaginazione, alla stampa e alla rilegatura.
Le case editrici che impiegano tale metodo spesso vivono di edizioni a tiratura limitata per una produzione da collezione, con sigle che vanno dal Pulcinoelefante ad Alma Charta, da Lucini a Viaindustriae.
Con quale inchiostro si stampano i libri?
Un piccolo accenno va fatto anche all’inchiostro: quello tipografico è viscoso, non liquido, e si spalma nel calamaio della macchina tipografica tramite una spatola.
Per la stampa in bianco e nero, cioè quella normalmente prevista per il corpo del libro, è sufficiente una sola lastra.
Per le pagine a colori ci vogliono invece quattro lastre: è il sistema della quadricromia, che scompone ogni immagine in quattro retini di punti che vengono stampati affiancati o sovrapposti a ricreare le sfumature cromatiche. I colori di quadricromia sono:
- ciano (blu chiaro)
- yellow (giallo)
- magenta (un rosso violaceo)
- black (nero)
E le copertine?
La stampa delle copertine costituisce un discorso a parte: queste, infatti, una volta stampate, necessitano di una lavorazione accessoria per essere plastificate (la plastificazione può essere lucida o opaca), serigrafate (cioè rivestite di materiali simili alla tela), per ottenere lettere e immagini in rilievo, produrre tonalità d’oro e d’argento, effetti glitter o vellutati.
Stampatori antichi e tipografi
Nell’antichità il mestiere dello stampatore ricopriva un ruolo centrale, rappresentando una specie di “aristocrazia culturale” dal momento che, stampando, gli addetti tipografi spesso imparavano anche a leggere, a differenza degli altri.
Abbiamo visto come tale mestiere è stato quasi del tutto soppiantato dalle nuove tecnologie, anche se il momento della consegna del testo da parte dell’editore al tipografo è stata e rimane ancor oggi una fase cruciale: quella che permette al libro di comparire tra gli scaffali delle nostre librerie.
FONTI
F. Vannucchi, Libro e internet, Editrice Bibliografica, Milano, 2008
F. Di Vita, Pazzi scatenati. Usi e abusi dell’editoria italiana, effequ, Orbetello, 2011
A. Cavallo, G. Papi, G. Gambineri (a cura di), Cose spiegate bene. A proposito di libri, Iperborea, Milano, 2021