I generi letterari

Romanzo, saggio, poesia: quanti generi letterari esistono? Ed è utile ai fini della pubblicazione cercare di inquadrare il proprio manoscritto in un genere letterario?

I generi letterari sono stati oggetto, nel corso del tempo, di varie teorizzazioni e metamorfosi: se oggi non si scrivono più giambi come nell’Antica Grecia, rispettiamo ancora una sorta di categorizzazione. Per quanto la loro definizione sia aleatoria e soggetta a mutamenti, rappresentano dei modelli per gli autori e creano un orizzonte di attese per i lettori. Andiamo a vedere quali sono quelli più diffusi oggi e quanto il successo di un libro possa essere anche legato al suo genere.

La nascita dei generi letterari

Dal momento in cui la civiltà umana ha iniziato ad esprimersi attraverso la parola scritta, è sempre esistita una certa sensibilità nel distinguere i prodotti letterari; ciò che è mutato nel tempo, oltre alle forme che un’opera letteraria può assumere, è il tipo di classificazione che se n’è fatta, basata su criteri tematici o formali.

La nascita dei generi letterari è empirica, e solo in un secondo momento è stata sistematizzata secondo dei modelli. C’è stato quindi un periodo di tempo durante il quale questa classificazione rispondeva a regole condivise ma non ancora messe insieme a formare una vera e propria teoria.

Nell’Antica Grecia, quando alla virtù creativa si sostituì quella imitativa (periodo alessandrino, IV-III secolo a.C.), la classificazione veniva fatta sulla base di:

  • contenuto (serio o faceto)
  • grado di mimesis

L’epoca romana riprende in modo quasi pedissequo l’impostazione greca e l’importanza data all’imitazione dei modelli; ma già dal Medioevo vediamo emergere nuovi generi, in risposta a nuove condizioni sociali e culturali: ancora una volta, la natura dei generi, per quanto classificatoria, lascia spazio alla sperimentazione.

Il Rinascimento segna invece un recupero più puntuale dei generi classici (greci e latini); con il Romanticismo si rompe definitivamente il paradigma dell’imitazione dei modelli, in favore di una forza creatrice meno regolamentata. Anche la ripresa del Classicismo sarà improntata più alla purità dei generi classici che alla loro imitazione puntuale.

Possiamo quindi dedurne che la definizione del concetto di “genere letterario” è quanto mai sfuggente e labile: sicuramente opere letterarie appartenenti allo stesso genere condividono una certa somiglianza contenutistica e strutturale, ma non sempre le categorie di questa somiglianza sono le stesse.

E oggi? Esiste ancora un modo per orientarsi fra i generi letterari?

I generi letterari oggi

Oggi la maggior parte dei generi letterari ha perso la sua autorità di modello imprescindibile, ma questo non significa che siano stati in qualche modo aboliti; è tuttora possibile distinguere la prosa dalla poesia, un romanzo storico da uno rosa, un saggio da una raccolta di racconti. Come si vede, sono però categorie eterogenee, che considerano al tempo stesso sia l’aspetto contenutistico che formale.

A questa evoluzione storico-letteraria se ne affianca una sociale, strettamente collegata al grande successo (a partire dal Settecento) del romanzo: questo particolare genere letterario, infatti, rappresenta per molti studiosi l’espressione della parabola borghese. Di conseguenza, nella teorizzazione dei generi e nel loro successo è da considerare anche il sistema di mercato nel quale sempre più i libri si sono trovati inseriti.

In questo contesto, nella dialettica fra generi diversi, già dalla Grecia arcaica, si contrappongono il peso del gusto del pubblico e l’espressione creativa dei singoli autori o delle varie scuole. Tutt’oggi il gusto del pubblico sembra preponderante nella produzione editoriale se la guardiamo dal punto di vista dei generi letterari, con l’assoluta predominanza a livello italiano, ma non solo, del romanzo appunto.

Il romanzo

La nascita del romanzo si può collocare in età ellenistica così come nel Medioevo o all’inizio dell’età moderna: questo anche perché il romanzo non presenta regole formali stringenti (soprattutto oggi) e si articola in vari sottogeneri in base al suo oggetto, che si è inevitabilmente evoluto con il tempo.

Se nel momento in cui il romanzo ha iniziato ad avere una posizione predominante rispetto agli altri generi (nel corso del Settecento, quindi), le tipologie erano sostanzialmente tre (storico, realista – il “romanzo totale” di Balzac – o naturalista), nel tempo queste categorie si sono ampliate.

Cosa resta oggi del genere romanzo? Sicuramente si tratta di una scrittura in prosa, ma se continuiamo a cercarne le caratteristiche, vedremo che non è del tutto possibile fissarle: può essere lungo o corto, d’azione, descrittivo o introspettivo…

Oggi, solo nel genere romanzo, possiamo individuare:

  • romanzo storico
  • romanzo intimista, che si è poi evoluto nel romanzo rosa
  • romanzo di formazione
  • romanzo giallo
  • romanzo fantascientifico

Spesso, inoltre, la separazione fra questi sottogeneri non è così netta: un romanzo storico può essere al tempo stesso di formazione, uno sci-fi può avere sfumature noir o poliziesche. L’attribuzione di un’etichetta piuttosto che di un’altra, come vedremo fra poco, diventa più un problema di marketing che di teorie letterarie.

Possiamo quindi concludere che i generi letterari, e il romanzo in particolare, non abbiano più dei limiti teorici così definiti e non sia vincolante ai fini della scrittura “sapere” il genere del nostro manoscritto. Ma dall’altro lato i manoscritti si scontrano con le leggi di mercato.

Scrivere un best seller

Il mondo editoriale contemporaneo va avanti soprattutto grazie ai best seller, libri che vendono molte copie in un periodo limitato di tempo. Se da un lato i best seller possono rappresentare un modello per ottenere successo, dall’altro c’è anche chi non li apprezza e anzi se ne tiene ben lontano perché non condivide gli orientamenti e i gusti del pubblico di massa.

Bisogna poi considerare che alla “costruzione” di un best seller non partecipano solo gli aspetti meramente letterari, ma hanno un peso anche alcuni elementi extratestuali (la figura stessa dell’autore) e paratestuali (aspetto del libro, distribuzione, promozione).

Sicuramente i libri gialli sono fra i più venduti e la replicazione di schemi più o meno assodati (qualcuno che indaga, qualcuno che aiuta il protagonista, un mistero da risolvere…) li rende di facile e piacevole lettura anche per i lettori meno forti. Questa però non è un’indicazione assoluta e sempre valida: basti pensare che per il best seller più influente dell’inizio del XXI secolo, Gomorra di Saviano, l’assegnazione a un genere letterario piuttosto che all’altro non è stata significativa.

In più non esiste un unico genere di best seller, e in questo hanno un ruolo chiave il pubblico, che in parte indirizza le tendenze, e il piano di marketing che sta dietro alla pubblicazione di un libro.

Ancora oggi, però, per quanto i generi letterari non siano vincolanti come un tempo, nello scrivere un libro non possono essere del tutto ignorati; attraverso una contrapposizione e un’innovazione critica possono però essere reinterpretati e resi più aderenti al messaggio che l’autore vuole comunicare e al loro oggetto: come nel corso di tutta la storia della letteratura, un’eventuale teorizzazione scaturisce sempre dalla sperimentazione e dalla prassi.

Treccani

F. Pappalardo, Teorie dei generi letterari, Edizioni B.A. Graphics, 2009
L.E. Rossi, “I generi letterari e le loro leggi scritte e non scritte nelle letterature classiche”, Bulletin og the Institute of Classical Studies, 18, 1971, pp. 69-94
A. Ceteroni, “Bestseller e generi letterari. Comparazioni testuali secondo i frame della solitudine e della coppia”, Enthymema, XII, 2015, pp. 412-425

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