La griglia editoriale: cos'è e come usarla
Può sembrare un concetto matematico astruso, ma è il principio alla base dell’aspetto delle pagine di un libro
La gabbia o griglia editoriale è ciò che organizza il contenuto di una pagina, intesa come unità di spazio. Può avere una o più colonne, riportare immagini, testo o entrambi, e, in base agli elementi che ne fanno parte, assume un aspetto e un equilibrio diversi. Per gli addetti ai lavori è la base da cui partire, ma anche per scrittori e aspiranti scrittori potrebbe essere utile saperne qualcosa di più.
Cos'è la gabbia editoriale
La gabbia editoriale, o anche griglia, può essere una parte della realizzazione di un libro che molti non conoscono, nonostante la sua importanza. È qualcosa che riguarda professioni precise, come quelle dei grafici e dei tipografi.
Possiamo definirla come il modo in cui il contenuto della pagina si presenta su questa, ed è ovviamente influenzato dalla dimensione dello spazio-pagina.
Esistono vari tipi di standardizzazione dei formati di carta, in Italia si usa la cosiddetta ISO, che divide il formato in tre serie (A, B, C, da qui la denominazione A4 per i comuni fogli da fotocopie). Tutti si basano però sulla stessa caratteristica geometrica: il lato maggiore è lungo quanto la diagonale del quadrato costruito sul lato minore.
Esistono gabbie:
- a colonna singola, come nei libri
- a più colonne, come nei cataloghi delle mostre, per conciliare testo e immagine
- modulari: vengono fatte delle divisioni orizzontali e verticali uniformi, in modo da avere dei “moduli”, delle porzioni della pagina; vengono usati questi tipi di griglie ad esempio nei quotidiani
La sezione aurea
Ma qual è il principio che fa scegliere a un grafico editoriale o a una tipografia quanto margine lasciare e come organizzare gli elementi nella pagina? Molto spesso questo principio è la sezione aurea, un valore numerico dato da una specifica relazione fra due numeri.
È utilizzata da più di duemila anni per i risultati armonici che la sua applicazione dà, non solo da un punto di vista del design del libro, ma anche nell’arte.
Applicando la sezione aurea alla pagina, si ottiene un rettangolo, cosiddetto “aureo”, che sarà il blocco del testo. Nonostante le case editrici usino spesso misure standard per il formato delle pagine, la sezione aurea può essere adattata alle dimensioni del foglio.
La gabbia nel tempo
Se oggi apriamo un libro, quello che vediamo sarà molto simile a quello che vedevano cinquecento anni fa compiendo la stessa azione, ovvero una pagina con al centro un blocco di testo e dei margini.
Come il contenuto di questo blocco veniva distribuito sulla superficie racchiusa dai margini è però molto cambiato.
Un tempo erano diffusi testi poliglotti o con commentari, che venivano affastellati nella stessa pagina. Con il tempo queste divisioni complesse della superficie sono state trattate diversamente, grazie alla flessibilità di questo strumento.
Le Avanguardie di inizio Novecento manipolarono la gabbia per adattarla al loro modo di intendere l’arte, ma alla fine degli anni ’20 Jan Tschichold ne fece un vero e proprio strumento di design.
Il cosiddetto Modernismo svizzero nel secondo Dopoguerra costruì attorno alle idee di Tschichold una vera e propria metodologia, che, seppur stando all’interno di regole, permetteva di sfruttare in modo originale una struttura di fatto ripetitiva.
Vista la complessità filosofica e pratica di gestire questo strumento, ci si potrebbe chiedere se è utile impostarla per il proprio testo o se è un passaggio evitabile.
È necessario impostare la griglia?
Nella fase di lavorazione di un libro nello specifico non è necessario impostare la griglia per riuscire a portare a termine il lavoro o per inviarlo in valutazione alle case editrici. Spesso infatti ogni casa editrice ha i suoi formati di pagina e le sue griglie di impaginazione.
In più, con il programma di videoscrittura di Microsoft, è già impostata una griglia sulla pagina, che ha la dimensione di un A4 e margini di 2 cm.
Una casa editrice, inoltre, valuta la lunghezza sulla base delle cartelle, non delle pagine, quindi se le dimensioni e i margini sono quelli preimpostati non sarà un problema.
Diversa la situazione per chi si autopubblica o vuole realizzare un libro da stampare autonomamente. Se le piattaforme per il self-publishing spesso hanno dei software per rendere più semplice questa fase, per farla “manualmente”, sul proprio pc, possono essere utili alcuni consigli.
Come impostare la griglia per un manoscritto
Intanto, la griglia editoriale per un libro, che può essere di narrativa o di saggistica, è quella più semplice, a una sola colonna. Questo significa che le operazioni da fare saranno solo due:
- impostare il formato del foglio
- impostare i margini
Entrambe le impostazioni possono essere modificate dalla barra degli strumenti del programma di videoscrittura che si sta usando, basterà cambiare il loro valore numerico. Nella sezione Layout ci saranno sia le impostazioni per i margini che per la dimensione del foglio, che a questo punto saranno “personalizzati”.
Valori che possono andare bene per un libro sono:
- formato pagina: fra 10-15 cm di larghezza e i 16-21 di lunghezza (ovviamente in modo proporzionale e in base alle pagine: se il libro è breve la dimensione più piccola permetterà una migliore rilegatura e non lo farà sembrare un opuscolo informativo)
- margini pagina: dipendono in parte anche dal formato della pagina, ma in generale quello sinistro, destro e superiore hanno lo stesso valore (1,8-2 cm) e quello inferiore è un po’ più ampio (2,3-3,5 cm) visto che spesso contiene anche il numero di pagina e le note
Il risultato sarà un blocco di testo con una cornice bianca intorno; per renderlo più ritmato possono poi essere inseriti dei rientri di paragrafo (ad esempio un rientro a sinistra di 1,5 cm per ogni prima riga di un nuovo paragrafo).
Per quanto quindi la gabbia o griglia possa sembrare uno strumento complicato e matematico, i programmi dei pc ci aiutano in questa operazione. Se per chi ha deciso di autopubblicarsi è necessario saperne qualcosa, anche per chi vuole mandare il manoscritto alle case editrici può essere utile imparare a impostarla: oltre a dare a chi scrive un’idea precisa delle pagine effettive che ha prodotto, dà senz’altro un aspetto più curato al testo.
FONTI
E. Lupton, Caratteri, testo, gabbia. Guida critica alla progettazione grafica, Zanichelli, 2010