I mestieri del libro: editore o editor? Facciamo chiarezza
Non è facile destreggiarsi tra ruoli ben definiti nel mondo dell’editoria e spesso si fa confusione fra questi due termini, ma indicano due figure diverse ed entrambe fondamentali per la vita di un libro
Chi è l’editore e cosa fa all’interno di una casa editrice?
Nelle realtà più piccole l’editore ricopre più mansioni e spesso coincide con la figura del direttore editoriale: sceglie personalmente le pubblicazioni editoriali, dispone l’acquisizione dei diritti sulle opere e mette sotto contratto gli autori, che diventano a tutti gli effetti dipendenti della casa editrice.
Nel caso di grandi imprese, invece, la figura dell’editore si avvale di una serie di uffici e collaboratori divisi per compito e settore (per esempio Giunti Editore conta diverse Sezioni – Narrativa, Saggistica, Scolastica, Narrativa per ragazzi e YA – ognuna delle quali fa capo a un direttore editoriale).
L’editore è, solitamente, il fondatore della casa editrice che ne porta – spesso – il nome. È il caso di Mondadori, Rizzoli, Einaudi e Feltrinelli, che hanno mantenuto lo stesso nome anche una volta passata di mano la proprietà: Mondadori e Rizzoli oggi sono della famiglia Berlusconi, mentre Garzanti e Longanesi, sono state acquisite dal Gruppo GeMS, cioè Gruppo editoriale Mauri Spagnol.
Ma che differenza c’è tra editore e editor? Sono la stessa cosa?
Assolutamente no. Se l’editore è la figura di riferimento per l’intera casa editrice, l’editor è il trait d’union fondamentale tra l’editore e gli autori e tra lo scrittore e il libro. Mentre l’editore si riconosce nel publisher inglese, la figura dell’editor coincide con la dicitura italiana di redattore o redattrice.
L’editor si occupa di valutare i manoscritti per la pubblicazione (e la valutazione deve tenere in conto sia meriti artistici che commerciali dell’opera) e di lavorare con l’autore sul testo, così da migliorarlo il più possibile.
L’editor affianca dunque l’autore durante la stesura oppure si occupa della revisione a stesura ultimata: suggerisce, propone, consiglia nell’ottica di potenziare il messaggio dell’autore e del testo.
Gli editor sono “brutali figure paterne” diceva Nabokov, oppure “tagliatori di diamanti” così come scrive Stefania Auci nei suoi ringraziamenti. Raymond Carver scrisse del suo editor, Gordon Lish, che se aveva una qualche credibilità a questo mondo lo doveva a lui.
Sono diversi i nomi che potremmo menzionare tra gli editor migliori d’Italia, ma vogliamo lasciarvi con l’esempio di Giulia Ichino, nata come correttrice di bozze a Mondadori, ora editor Bompiani di grande esperienza, che ha lavorato (tra tanti) con Andrea Camilleri, Antonio Scurati e Giulia Caminito.
In una intervista rilasciata a Domenico La Magna, in occasione del Master in Editoria dell’Università Cattolica con cui Ichino collabora, alla delicata domanda «Nel mestiere di editor bisogna sia rispettare il legame tra testo e autore sia avere presenti i bisogni dei lettori. Ci sono, poi, le esigenze di progettazione della casa editrice. Come si raggiunge l’equilibrio?» Ichino risponde che «il lavoro editoriale è una continua tensione tra queste tre polarità. Un lavoro di progetto e visione e quindi di scommessa e investimento su qualcosa che non c’è ancora e che nessuno ha visto tranne autore e editore. Credere fortissimamente in un libro ha qualcosa di irragionevole e sfrontato, ma richiede anche una grande dose di buon senso; l’editoria è un’industria che deve sostentarsi e non può vivere solo delle proprie chimere. Bisogna, quindi, muoversi tra fede ed entusiasmo assoluti da un lato e cinismo e disincanto dall’altro, contemperare la passione e la perfezione con i numeri. E a volte capita di esultare quando i due poli si toccano».
FONTI
Alberto Cadioli, Dall’editoria moderna all’editoria multimediale, Milano, Edizioni Unicopli, 1999
Roberto Cicala, I meccanismi dell’editoria. Il mondo dei libri dall’autore al lettore, Bologna, Il Mulino, 2021
Roberto Calasso, L’impronta dell’editore, Milano, Piccola Biblioteca Adelphi, 2013